Comunicato stampa di Edda Samory – Ex Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali Emilia-Romagna, attuale Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali
“La morte del neonato a Bologna”
Il cittadino ha diritto di essere tutelato e di avere assistenza sociale professionale quando si trova in condizioni di bisogno o disagio sociale. Assistenza Sociale vuole dire essere affiancato da un professionista Assistente Sociale che deve aiutare la persona capire e a responsabilizzarsi in scelte e decisioni necessarie per mantenere o ottenere i diritti sociali dovuti.
La comunità professionale degli Assistenti Sociali, nel caso che ha sconvolto la città , è stata lasciata dalle istituzioni e dalla cultura in generale in una posizione di un quasi totale anonimato, sotto una dicitura che dice niente o meglio dice tutto di “ i servizi sociali, “gli operatori sociali”.
Le voci autorevoli che hanno parlato o sono state intervistate, pensiamo sappiano bene di chi si parla. Questo anonimato ha un forte significato.
La comunità professionale e per essa l’Ordine professionale che la rappresenta, e che si pone come obiettivo principale la tutela dei cittadini che chiedono assistenza sociale professionale, ha chiesto da tempo, ai rappresentanti delle amministrazioni e delle istituzioni che è riuscita ad incontrare, di affrontare la situazione di forte disagio che la professione vive, per lo spazio non adeguato ad offrire prestazioni ed interventi qualificati. L’ascolto di questo tema è stato relativo, o meglio il pensiero delle istituzioni è che i servizi della nostra regione sono bene organizzati!!!!!
L’organizzazione dei servizi pubblici purtroppo, nella nostra regione, vede gli Assistenti Sociali, impiegati con tempi e modalità fortemente burocratizzate, con procedure che consentono di fornire per l’organizzazione e il tempo dato, al massimo le informazioni. Ci riferiamo alla organizzazione dello “Sportello Unificato”.
Non esiste poi l’istituzione o meglio l’organizzazione del Servizio Sociale Professionale, che la legge 328/2000, all’art.22 indica obbligatoria per gli enti locali, dove si istituisce questo servizio, quale servizio competente per la persona con difficoltà sociale e dove la stessa viene “ presa in carico da un Assistente Sociale, per un progetto di “ Trattamento Assistenziale”, dove di conseguenza questo Assistente Sociale diventa “Responsabile del caso”.
Si spiega così questa sorta di anonimato. Mantenendo tutto sulle generali, si spostano, si riducono, si smistano gli Assistenti Sociali, che non sono considerati professionisti di interventi chiave per la salute dei cittadini, ma operatori generici.
Non si crede nel diritto di assistenza sociale personalizzato, che la nostra costituzione esprime nell’art, 3 e 38., articoli che sono la ragione dell’esistenza della professione intellettuale dell’Assistente Sociale, e della conseguente legge 84/93, che istituisce l’Ordine professionale. L’Ordine – si sottolinea è l’ultima professione ordinata – non rappresenta per la professione una corporazione, ma uno spazio di vigilanza e tutela dei cittadini. E’ in questa direzione che ci siamo mossi e che continueremo a muoverci, perchĂ© ci crediamo veramente.
Non si vuole riconoscere che il bisogno di salute non sta solo in una sanitĂ ben organizzata, ma anche in una assistenza sociale qualificata, ed in interventi sociali competenti.
In questa necessaria chiarificazione infatti va pure sottolineato che la comunità e l’Ordine sentono l’esigenza di rivedere e rendere più specifica la formazione accademica e la formazione continua. L’Ordine si sta adoperando con le Università della regione per meglio organizzare e sostenere la specificità formativa professionale, così pure con tutte le amministrazioni pubbliche e del privato sociale per sostenere l’aggiornamento qualificato, principalmente etico deontologico.
Per tutto ciò, si auspica che si possa costituire un tavolo di approfondimento con tutte le parti che hanno ruolo e competenza in materia al fine di trovare le modalità più adeguate per affrontare i bisogni sociali delle persone o meglio delle persone/cittadini
Si anticipa che su tutti questi temi, in particolare sulla formazione accademica, sulla formazione continua di Servizio Sociale, e sull’organizzazione complessiva del Servizio Sociale Professionale, il Consiglio Nazionale dell’Ordine, appena insediato, ha in programma di investire gli organi dello Stato competenti.
La situazione della salute sociale delle persona/cittadino esige infatti interventi di assistenza sociale professionale, non può più essere rimandata o lasciata all’anonimato, ma va presa in seria considerazione dagli organi dello Stato centrali e locali
Dal GR1Â di Radio Rai del 12/01/2011. Intervista a Roberto Calbucci, Vice-Presidente dell’ OASER