L’Ordine degli Assistenti Sociali dell’Emilia Romagna nel leggere quanto apparso sulla stampa di Bologna il giorno 17/12 c.a., ritiene necessario dare una pertinente e corretta interpretazione dell’attività professionale che si rappresenta. Si richiama l’attenzione dei lettori ed in particolare di coloro che possono avere necessità dei servizi consultoriali, precisando che l’Assistente Sociale per la legge 194/78, che fa seguito alla legge 405/75, è da ritenersi uno dei professionisti dell’unità operativa del consultorio familiare.
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I temi e gli interventi che il consultorio deve trattare, hanno una forte rilevanza sociale e questa materia spetta per competenza all’Assistente Sociale.
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Non vi è dubbio che la decisione di interrompere la gravidanza di una minorenne, per la fragilità dell’età , per problemi di rapporti con la famiglia e il contesto di vita, comporti esigenze di sostegno psico-sociale, di tutela famigliare, di assistenza sociale in genere e richieda pertanto percorsi di intervento integrati, multidisciplinari.
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Perciò non è pensabile “rimediare” un assistente sociale di altro servizio e creare una precaria realtà operativa, se non addirittura escludere, come si è fatto un intervento professionale che spetta di diritto.
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Per quanto riguarda l’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali, si cercherà di trovare nelle sedi istituzionali, Comune e Regione, l’attenzione per rispondere nel modo più adeguato a questo importante diritto del cittadino, anche perché la legge affida agli ordini il controllo della qualità degli interventi dei professionisti, e di conseguenza la tutela del cittadino stesso nella materia esercitata dai propri iscritti.